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sabato 19 giugno 2010

La rosa bianca – Sophie Scholl

Il nazismo visto da chi non era d’accordo col regime. Il film di Rothemund dà visibilità, con onestà e rispetto, ai tedeschi non allineati. Quelli della Rosa bianca, organizzazione parastudentesca che a Monaco, nel 1943, voleva risvegliare le coscienze stordite dalla propaganda. Partendo da fatti veri, integrati da materiali inediti, si ricostruisce la vicenda di Sophie Scholl, ventuno anni, che col fratello Hans produsse e diffuse all’università di Monaco volantini di condanna della mandata al massacro da parte di Hitler della gioventù tedesca a Stalingrado. 

Poster La rosa bianca
 - Sophie Scholl 
Germania 2005
 
 Il 17 febbraio del 1943, quando il governo tedesco dichiarò caduta e perduta Stalingrado, un gruppo di studenti dell’università di Monaco si convinse che la fine della guerra fosse ormai prossima. Otto mesi di bombardamenti continuati e le numerose perdite di soldati sul fronte orientale accrebbero l’ottimismo e l’euforia del movimento di resistenza studentesco de La Rosa Bianca. I tempi e il popolo tedesco erano maturi per il loro sesto volantino rivoluzionario. Furono i fratelli Scholl, Hans e Sophie, a offrirsi volontari e a immolarsi, ignari, per la causa. Quella mattina di febbraio centinaia di volantini di denuncia contro i crimini nazisti vennero disseminati lungo i corridoi degli atenei. Un gesto azzardato che divenne il loro punto di non ritorno: sorpresi da un sorvegliante, furono interrogati dalla Gestapo, processati dalla Corte Popolare di Giustizia e condannati alla ghigliottina in soli cinque giorni. 



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